E’ legittimo riconoscere un assegno divorzile al marito per aver sostenuto la moglie nel suo percorso professionale permettendole di laurearsi e poi fare carriera. L’apporto del marito alla conduzione della vita familiare, valutato in relazione alla durata del matrimonio veniva considerato rilevante ai fini del riconoscimento di tale assegno. La decisione si è incentrata sull’adeguata valutazione dell’apporto effettivo e del ruolo endofamiliare del marito in costanza di matrimonio, nonché, previa comparazione con la situazione dell’ex moglie, sulla riconducibilità alle dinamiche familiari, ed al sacrificio professionale conseguitone, del rilevante squilibrio economico tra le condizioni patrimoniali e reddituali degli ex coniugi, una volta sciolto il vincolo del matrimonio. E’ stato dimostrato uno squilibrio reddituale riconducibile alle scelte di vita matrimoniali, tale da giustificare una compensazione o perequazione.
(Corte di Cassazione, Civile, Sezione 1, Ordinanza del 14 aprile 2023, n. 10016)

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